-Un dibattito cultural-sociale che ha analizzato in maniera chiara e divulgativa i punti cruciali della Riforma sull’Autonomia differenziata con il contributo autorevole del presidente della Conferenza episcopale Siciliana, il vescovo di Acireale Antonino Raspanti. Un confronto culturale molto apprezzato dal qualificato pubblico che ha seguito con grande attenzione l’evento alla Pinacoteca “Nunzio Sciavarrello”.

Il dibattito che ha segnato il ritorno della manifestazione “Percorsi culturali in Pinacoteca” -organizzato dal presidente Carmelo Indriolo-, è stato coordinato e moderato dal giornalista Salvo Fallica.

Al dialogo con il vescovo-filosofo Raspanti hanno partecipato anche il sindaco del Comune di Bronte, Giuseppe Firrarello e il Rettore del Collegio Real Capizzi, Nunzio Capizzi.

A presentare culturalmente il senso e il significato del dibattito dal titolo “Autonomia differenziata, Riforma o Controriforma? Quali ricadute sociali ed economiche per i territori della Sicilia e del Sud” è stato il presidente Indriolo, che ha messo in evidenza l’importanza di spiegare il nucleo centrale di una Riforma poco discussa in Italia. Indriolo ha sottolineato: “Il compito di una struttura culturale è quello di proporre riflessioni su tanti argomenti in maniera multidisciplinare, di contribuire anche all’analisi della realtà che ci circonda unendo locale e globale”. Indriolo ha aggiunto: “Con spirito razionale e analitico S.E. mons. Antonino Raspanti, presidente della CESi, ha spiegato con acume i punti cruciali della Riforma. Ha palesato anche quali sono -a giudizio dei Vescovi siciliani- le criticità e le contraddizioni della Riforma”. Indriolo chiosa: “Il nostro intento è stato costruttivo e anche propositivo verso il decisore politico, con un’ampia e serena riflessione della classe intellettuale e del mondo sociale invitato a questo incontro – dibattito, per migliorare alcuni aspetti correlati ai principi fondanti dell’ Unità Nazionale e alla necessità di scongiurare l’allargamento del divario economico, sociale e strutturale tra le Regioni e le varie aree del Paese”.

Il dibattito ha infatti preso le mosse dalla presa di posizione della CESi, la Conferenza Episcopale Siciliana, che in maniera unanime e con spirito super partes ha messo in evidenza le contraddizioni della Riforma istituzionale che può penalizzare la Sicilia e il Sud d’Italia.

Il presidente della CESi Raspanti che, assieme a tutti i vescovi siciliani, aveva  lanciato l’allarme sul “rischio concreto di spappolamento dell’unità nazionale e sul rischio che intere parti della Sicilia e del Sud vengano abbandonate al proprio destino”, ha spiegato come è nata la decisione dei vescovi di intervenire sull’argomento. Esplicitando come questa scelta sia nata da un lungo percorso fondato sullo studio di tutti i passaggi dei processi riformativi che dai primi lustri degli anni 2000 si sono susseguiti in Italia su questi argomenti. I vescovi siciliani e del Sud si sono occupati e si occupano con una certa preoccupazione di processi istituzionali che possono portare all’indebolimento ulteriore del Meridione. Raspanti ha sottolineato che: “Le aree del Sud senza delle adeguate perequazioni sono destinate a subire ulteriori indebolimenti”. Il presidente della CESi afferma: “Il Senato ha accolto alcune delle nostre riflessioni ma riteniamo che vi siano ancora parecchi punti problematici. Siamo sempre pronti a confrontarci con tutte le forze politiche in maniera super partes, per il bene della collettività”. Adesso la Riforma è all’attenzione della Camera dei deputati.

Raspanti chiosa: “Servono risposte di ampio respiro da parte delle istituzioni a tutti livelli e nel contempo occorre il coraggio di intervenire per modificare quegli aspetti che contengono contraddizioni. Noi da vescovi non entriamo nel merito delle leggi ma non possiamo tacere dinanzi al rischio di ulteriore depauperamento dei territori siciliani e del Meridione. Quando si parla di democrazia al centro debbono stare i diritti sociali di tutti, non solo quelli dell’area settentrionale del Paese. Senza giuste e adeguate perequazioni vi è a rischio la coesione sociale”.

Il sindaco Firrarello dopo aver espresso parole molto positive sull’impegno cultural-sociale del presidente Raspanti e di tutti i vescovi siciliani ha proposto una riflessione critica sugli errori delle classi dirigenti isolane e del Sud, in primis la classe politica ma anche della necessità di una maggiore consapevolezza da parte del popolo su argomenti cruciali. Ha sottolineato criticamente i silenzi sull’argomento di chi ha responsabilità istituzionali di vertice nell’Isola.

Il dibattito è stato arricchito da numerose domande e riflessioni che sono giunte da persone del qualificato pubblico presente.