Un tuffo indietro nel tempo per riscoprire storia, usi, costumi e arti di un’epoca andata. Un viaggio dal Castello Ursino di Catania al Castello Normanno di Adrano, passando per il Castello Normanno di Paternò, il Castello Svevo di Randazzo e quello Normanno di Motta Sant’Anastasia, ammirando vestigie medievali che, a distanza di secoli, continuano a narrare la loro magnificenza e la nostra identità. Questo il lavoro che ha visto impegnati gli studenti delle classi prime dell’I.S. “Benedetto Radice” di Bronte che vi hanno dedicato un percorso di studi interdisciplinare il cui risultato è apprezzabile visitando la mostra “Cura del patrimonio: i Castelli”, ospitata all’interno degli illustri locali della Pinacoteca “Nunzio Sciavarrello” di Bronte. Proprio in questa cornice d’eccezione, in una sala gremita e attenta, si è svolta lunedì 5 giugno la cerimonia di inaugurazione a cui hanno preso parte, oltre agli studenti delle classi prime, ai docenti dell’Istituto e alla Dirigente Scolastica Maria Pia Calanna, il sindaco di Bronte, On. Pino Firrarello, il vicesindaco Salvatore Pizzuto, gli assessori Maria De Luca e Nunzio Saitta, il presidente della Pinacoteca Dott. Carmelo Indriolo e il già presidente dell’Ordine degli Architetti di Catania, Dott. Arch. Luigi Longhitano.

GLI INTERVENTI. «Nel curriculum dei nostri ragazzi – ha preso la parola la Dirigente Scolastica Maria Pia Calanna – non è previsto l’insegnamento dell’arte. Ma noi come scuola abbiamo preso l’impegno di avvicinarli al mondo artistico-culturale attraverso iniziative trasversali. La mostra ottempera proprio a questo scopo: formare futuri cittadini consapevoli del loro territorio, fruitori di bellezza e promotori di cultura». D’accordo il sindaco di Bronte, On. Pino Firrarello, che si è detto soddisfatto per l’impegno profuso da tutta la comunità scolastica dell’Istituto, senza mancare di sottolineare le eccellenze del sistema scolastico tout court della cittadina alle pendici dell’Etna.

Un plauso giunto anche dal già presidente dell’Ordine degli Architetti di Catania, Dott. Arch. Luigi Longhitano, che ha regalato ai presenti alcune curiosità sulle architetture dei castelli oggetto di studio, soffermandosi sulla perfetta costruzione geometrica alla base di ogni pianta, nonché sull’armonia tra le strutture in questione e il paesaggio circostante, merito dei materiali di costruzione adottati. Un’iniziativa che vede dialogare un luogo di cultura con una fucina di cultura, la scuola per l’appunto.

«Ci auspichiamo che sia modello per il futuro», è intervenuto il presidente della Pinacoteca, Dott. Carmelo Indriolo, che ha fatto gli onori di casa. Ad accogliere pubblico ed ospiti, tre ragazze dell’Istituto che per l’occasione hanno vestito i panni di dame del Medioevo.

DALLA VISITA DIDATTICA AL DÉPLIANT TURISTICO. Ogni classe ha scelto un castello del territorio che ha visitato e fotografato. I docenti delle singole discipline, poi, hanno fatto approfondire agli studenti un aspetto della sua storia: materiali, pianta geometrica, fasi di costruzione, abbandono e riqualifica della struttura, abbigliamento della corte che vi risiedeva e persino balli. Le attività, fortemente caldeggiate dalla Dirigente e coordinate dai docenti Renata Miranda, Concetto Criscione, Claudia Finocchiaro e Antonella Caltabiano, sono state progettate di concerto con tutto il corpo docenti delle classi interessate. Il tema, infatti, è stato declinato nelle varie discipline: c’è chi ha approfondito il funzionamento della leva in un ponte levatoio, chi i materiali di costruzione, la pianta geometrica, la storia. Ma non solo. L’iniziativa, infatti, strizza l’occhio alle imprese turistiche: oltre ad aver realizzato power point esaustivi, oltre ad essersi scoperti fotografi degli scatti in mostra, gli studenti hanno curato la realizzazione di dépliant informativi, inclusivi di orari di visita dei castelli. E, sempre pensando al possibile risvolto turistico del lavoro, è stata inserita una descrizione in inglese. Così, grazie al lavoro degli studenti, ci giunge l’eco di quel tempo. Un lavoro a 360 gradi che restituisce a un territorio, quello etneo, la consapevolezza della sua ricchezza. Una iniziativa di sistema che sancisce l’importanza di momenti di incontro e confronto non solo tra le discipline ma tra gli attori del territorio. Un esempio virtuoso di cultura che scopre e crea legami.
L’esposizione fotografica, allestita nei locali della Pinacoteca “Nunzio Sciavarrello” di Bronte in restituzione dei prodotti finali realizzati nell’ambito delle UdA interdisciplinari, sarà visitabile fino al 10 giugno.